L’approccio dell’Omeopatia Classica alla malattia cronica

Un caso di Kalium carbonicum

IL MEDICO OMEOPATA n. 45
Dott. Gustavo Dominici

RIASSUNTO
Il metodo dell’Omeopatia Classica comprende un esame dettagliato del paziente con evidenziazione dei sintomi caratteristici e la prescrizione del medicamento omeopatico più simile al quadro clinico globale (Simillimum). Quando queste due fasi sono sviluppate con precisione il risultato è il miglioramento o la guarigione. Si presenta un tipico caso clinico.

INTRODUZIONE
La tipologia di Paziente che più frequentemente giunge alla nostra osservazione è quella di un soggetto portatore di più malattie croniche che non hanno trovato beneficio da numerose terapie convenzionali, con conseguente aggravamento nel tempo.
Una attenta applicazione delle varie fasi del metodo omeopatico può migliorare o risolvere le varie patologie con un unico medicamento.

IL CASO CLINICO

Uomo di 67 anni. Dirigente pubblico. Viene per: sindrome depressiva, insonnia, bronchite cronica asmatiforme, ipertrofia prostatica e malattia di La Peyronie (Induratio Penis Plastica). Nessuna terapia in atto. Sospesa Duloxetina da circa 30 giorni, preceduta da altri farmaci della stessa categoria; dal giorno prima sospesi farmaci non specificati per bronchite. Il Paziente si presenta molto preoccupato, con un parlare ansioso ed a tratti impacciato e rallentato. Alto, curato nell’abbigliamento. Non appare troppo fiducioso. È supportato dalla moglie, donna vivace ed ottimista, che interviene spesso per integrare il racconto, rivelandosi un valido aiuto nel fornire dati utili alla completezza del quadro clinico.
PRIMA VISITA – 20 Luglio 2009
Il Paziente fa risalire l’inizio dei disturbi attuali a più di 6 anni or sono, quando iniziò a dormire male per crisi di panico notturne causate da mancanza di respiro e dolori al dorso. Qualche episodio simile era già accaduto in precedenza.
Si evidenziarono anche disturbi dovuti ad impotenza sessuale e pene piegato. Iniziò delle cure psichiatriche protratte fino a 30 giorni or sono. Un ulteriore elemento anamnestico importante è la morte del padre di nove anni prima.
Dell’attualità il Paziente riferisce, con comunicazioni un po’ frammentarie: Da mesi soffro per una bronchite che non guarisce!
Non mi sveglio riposato, la notte debbo alzarmi numerose volte per urinare. Soffro di uno stato ansioso per il lavoro, per qualsiasi cosa debbo fare, con difficoltà a dormire la notte e stanchezza. Sogno moltissimo, cose strane, fantasiose. Interviene la moglie: Dottore, era molto legato al padre, pensi che lo chiama ancora nel sonno dopo nove anni!
È PESSIMISTA, introverso, le cose andranno sempre male. Si isola dalla famiglia, è sospettoso a volte anche verso di me, rimugina sempre tutto in se stesso e poi decide da solo.

Mentre la moglie parla il Paziente si copre la fronte in un gesto di profondo scoramento. Isolarsi e leggere sembra lo faccia stare meglio. Ama anche viaggiare, non desidera invece incontrare persone nuove. È vorace, la sera mangia molto velocemente, poi si corica a letto e dorme. Ha sempre fame.
Si evidenziano altri elementi: un epitelioma asportato al naso; è infastidito dal sole; non ha mai imparato a nuotare. Gli esami disponibili rilevano un’ipertrofia prostatica non allarmante, una rilevante diminuzione del flusso urinario con abbondante residuo post minzionale. Pressione arteriosa nei limiti superiori, segni evidenti di bronchite.
Viene prescritto AURUM METALLICUM 200K, due tubi dose a distanza di 20 giorni, + 35K due volte al giorno.
SECONDA VISITA – 2 Settembre 2009
Il Paziente e la moglie sono molto soddisfatti perché hanno notato una grande ripresa dell’umore. Riferiscono di una ripresa notevole a livello generale: Gli amici quasi non lo riconoscono!
Ci fu un aggravamento iniziale della bronchite, seguito da un miglioramento. Da 10 giorni, però, è ripresa una tosse notturna fastidiosa: Mi addormento bene, mi risveglio fra le 3 e le 4, poi arriva la tosse, che diventa sempre più profonda, come un raschio, con notevole difficoltà a respirare, che dura circa un’ora. Poi si attenua e mi riaddormento. Nel raccontare il disturbo assume un’espressione spaventata.
Soffro di vertigini salendo in alto, DEVO SEMPRE TOCCARE I PIEDI A TERRA!
La moglie, al solito, completa il quadro: È troppo OSSESSIVO NEL LAVORO! È RIPETITIVO, fa sempre le stesse cose, ripete sempre le stesse strade.
Alla visita si rileva un accentuato broncospasmo ed una pressione diastolica fra 95 e 100 mm/Hg.
La terapia ha scosso il Paziente sollevandolo dai sintomi depressivi, ma non sembra in grado di risolvere l’intero quadro clinico, in particolare la sintomatologia respiratoria. Si repertorizzano i sintomi della tosse (1):

Kalium

L’indicazione di Kalium carbonicum trova corrispondenza con l’intero quadro clinico. Si prescrive KALIUM CARBONICUM 30CH, tre granuli per quattro volte al giorno, di cui una al risveglio notturno.

FOLLOW UP
La reazione si dimostra pronta ed efficace. Dopo 9 giorni si prescrive telefonicamente KALIUM C. 200K + 35K. Il Paziente telefona di nuovo dopo 50 giorni da quest’ultima prescrizione per una lieve riacutizzazione dei sintomi: ancora KALIUM C. 200K. È il 27 Ottobre 2009.

30 GIORNI DOPO – 25 Novembre 2009
La tosse va bene, non c’è paragone! È rimasto del catarro al mattino ed alla sera, che mi da’ un po’ fastidio. Sono ripresi gli stati d’ansia, ad esempio se sento il naso otturato mi sembra di non riuscire a respirare; poi ho anche un po’ di difficoltà a dormire, non riesco a stare sdraiato. La prostata va molto meglio, mi devo svegliare raramente per urinare.
Dal dialogo sembra che ogni manifestazioni di Induratio Penis sia scomparsa. Racconta di un orzaiolo destro che ha combattuto con ogni mezzo, insieme a congiuntivite purulenta; sta applicando dei colliri. Nel passato ha sofferto di forme simili. Sospendo i colliri. Poi lascio parlare la moglie, che conferma ed aggiunge nuovi dati: Dottore, nella sua vita ha solo lavorato! È ossessionato dal lavoro. Se si distrae, come in vacanza, sta benissimo, se sta con le persone, se viaggia… Ha paura di sbagliare, di non rispondere alle attese. È incerto, ha difficoltà ad un confronto sereno con gli altri … rimugina: “Ho fatto bene, ho fatto male… cosa può accadere, deluderò gli altri…”. Non ha il coraggio di intervenire e a volte ha reazioni troppo forti. Fa sempre sogni che lo lasciano ansioso, insoddisfatto. Nel passato aveva risvegli notturni con senso di soffocamento, senza tosse. Nel sonno, ora, russa intensamente. Si prescrive KALIUM CARBONICUM MK, due tubi dose a distanza di 40 giorni, + 35K per due volte al giorno.

5 MESI DOPO – 7 Maggio 2010
Il 19 Febbraio telefonicamente fu prescritto ancora Kalium c. MK. La moglie afferma: Sta meglio, è più in forma, riesce a camminare di più, lo dicono anche i figli, ma lui continua ad essere molto pessimista!
Un esame del sangue evidenzia trigliceridemia 243 e colesterolemia totale 255. Il Paziente comunica: Ho un prurito, un pizzicore in gola, a letto, con tosse, allora rischiaro con forza per far uscire pochissimo catarro, alcune volte a pezzettini solidi. PA perfettamente nei limiti. KALIUM CARBONICUM MK, dopo 30 giorni XMK, + 35K per due per 120 giorni.

6 MESI DOPO – 18 Novembre 2010
Ancora Kalium c. XMK telefonicamente in Agosto. Kalium c. 200CH telefonicamente in Ottobre. Il Paziente è stato bene. Riferisce di sentire un po’ di catarro da sdraiato, sporadicamente. È in pensione da due settimane e questo lo preoccupa moltissimo. È stato festeggiato da tutti i suoi dipendenti e anche dagli avversari. Ha ricevuto encomi notevoli, nonostante egli pensasse di aver deluso le attese altrui. Ora la preoccupazione maggiore è di tipo economico, la moglie mi fa comprendere che è totalmente ingiustificata. Sono preoccupato per i soldi, la pensione è buona ma inferiore allo stipendio! Da qualche notte non dormo, mi sveglio fra le 3.30 e le 4 e guardo la TV. Si prescrive KALIUM CARBONICUM MCH + 35K per due volte al giorno.

CONCLUSIONI
L’approccio alla malattia cronica dell’Omeopatia Classica è di semplice applicazione: una rilevazione attenta e completa della sintomatologia globale del soggetto malato, che include i sintomi delle relative patologie ed i sintomi caratteristici; poi la prescrizione di un medicamento con elevata similitudine con il quadro clinico – Simillimum – che risulta risolutivo del caso.

Bibliografia
F. Schrojens, Synthesis 9.2 Archibel, Assesse, Belgio, 2008.

Ringraziamenti
Al Paziente che ha reso possibile la pubblicazione del proprio caso.

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