Medorrhinum: l’Omeopatia nella cura di perversioni sessuali e uso di droghe e farmaci stimolanti

IL MEDICO OMEOPATA n. 40 (Marzo 2009)
Dott. Gustavo Dominici

RIASSUNTO

La pratica quotidiana ci indica che i nosodi sono estremamente utili nella soluzione di casi complicati. In particolare Medorrhinum, con la sua dinamiche bipolari e parossistiche, corrisponde adeguatamente a numerosi quadri clinici attuali. Si esaminano alcuni casi risolti da Medorrhinum, che ne confermano le caratteristiche tradizionali, come la validità del suo uso in famiglie nelle quali sia presente un’uretrite cronica nell’anamnesi di uno dei suoi membri, di origine blenorragica o meno. Si esaminano altri casi in cui Medorrhinum si dimostra utile in situazioni più frequentemente riconducibili ai nostri giorni, dove le stimolazioni eccitatorie, l’uso di farmaci e droghe e le problematiche sessuali hanno una parte predominante.

INTRODUZIONE

All’attenzione di noi medici omeopatici arrivano sempre più spesso casi clinici estremamente complessi ed apparentemente irrisolvibili. Stimolazioni ambientali eccessive, uso di eccitanti di vario genere, oltre a droghe e farmaci, ed una incredibile e crescente richiesta di velocità da parte dell’ambiente ne sono i principali fattori causali. I nosodi possono essere una risposta adeguata a richieste terapeutiche di questo livello, spesso ai limiti della sostenibilità. Fra i nosodi Medorrhinum ha un ruolo preciso e non confondibile con altri.
Questo prezioso medicamento nella pratica clinica si mostra utile nelle uretriti croniche, blenorragiche o meno, e nelle conseguenze dirette ed indi- rette di tale patologia. Si mostra inoltre utile in condizioni psicopatologiche parossistiche dove l’ansia, la frenesia e le problematiche sessuali sono predominanti, quadri clinici questi estremamente attuali.
Il lavoro mostra alcuni casi clinici in cui il rimedio Medorrhinum è stato velocemente risolutivo, al punto da modificare in breve tempo la condizione patologica del Paziente, sia dal punto di vista fisico che mentale.[/vc_column_text][vc_column_text]CASI CLINICI

CASO N. 1
Uomo di 35 anni. Medico.
Un uomo alto, magro, calvo, timido, lievemente balbuziente, occhi intensamente arrossati. Viene per disturbi artritici ed uretritici che lo fanno soffrire da molti anni. In particolare soffre di poliatriti gravi, uretrite da Clamidia e congiuntivite cronica.
Racconta che il primo episodio di uretrite lo ebbe all’età di 27 anni. Non venne fatto un esame colturale, assunse antibiotici, l’uretrite cessò e poco dopo iniziò a soffrire di artriti diffuse. In seguito ci furono altri episodi di secrezione uretrale accompagnati da artriti violente al ginocchio ed all’anca destri e da congiuntivite. Il Paziente – appassionato di Omeopatia – fu curato omeopaticamente, principalmente con Pulsatilla e fitoterapici ed ottenne un certo giovamento.
Racconta, con un certo imbarazzo, che iniziò a masturbarsi precocemente e continuò a lungo, fino a poco tempo fa, sempre tormentato da sensi di colpa. Era un assiduo frequentatore della Chiesa ed anche un chierichetto, tuttora è molto religioso. Oltre a svolgere il suo lavoro e ad interessarsi di Omeopatia dipinge ed intaglia il legno, con notevole capacità.
Ora il Paziente è colpito da una crisi di uretrite e poliartrite che si è venuta via via acuendo, fino a diventare intollerabile; è esasperato, sul punto di cedere a causa dei dolori intollerabili e dell’impotenza funzionale. I sintomi:

Sono nel pieno di una crisi acuta di uretrite da Clamidia, ho scolo continuo, bruciore e dolori intensi; la secrezione è color avorio; è iniziata, come sempre, in occasione di rapporti sessuali.
Da qualche giorno ho dolore a fitte alla caviglia destra, poi al ginocchio destro; poi alla caviglia sinistra (è scomparso a destra). Ora il dolore sta diminuendo al ginocchio e salendo all’anca. Ho temperatura di 38.5°C.
Il dolore è continuo, la notte intollerabile; ho anche bruciore e fitte alla schiena che non mi fanno dormire.
Al mattino non riesco ad alzarmi, sembra mi costi fatica anche respirare. Ho paura di rimanere a letto e che non mi alzerò più. Mi sento completamente vuoto, di forze ed in testa; più volte ho pensato di farla finita sparandomi con il fucile, (è un cacciatore) anche se ho fede.
Sono intrattabile con tutti, anche con i nipoti, mi da’ fastidio anche solo vederli. Non sopporto nessuna contrarietà, bestemmio, vedo tutto diverso, tutto sporco, tutto malato. Dentro sento come un’ arsura, una tensione al plesso solare.

Poi di sé poi aggiunge:

Ho sempre la sensazione di non essere accettato, che gli altri non abbiano stima di me, non riesco a capire perché i Pazienti mi scelgano come medico.
Sono molto disponibile con gli altri
(nota: probabilmente troppo).
Sono scrupoloso in eccesso, tendo a non chiedere mai.
Spesso ho sogni premonitori che mi avvertono anche di pericoli; ho anche delle capacità extrasensoriali. Le mie sensazioni sono spesso mutevoli.
Mi piace molto il vino; anche la carne, condimenti e grassi.
Ho sempre feci non formate.

L’infiammazione cronica delle articolazioni, l’uretrite cronica e la tendenza suicida sparandosi con il fucile, mi fanno propendere per il rimedio Medorrhinum. Al tempo, circa 20 anni fa, utilizzavo il Repertorio cartaceo del Kent (1), più che sufficiente a fornire indicazioni adeguate. Prescrissi Medorrhinum 200K, ripetuto dopo 5 giorni; dopo altri 14 giorni Medorrhinum MK e dopo altri 50 giorni Medorrhinum XMK. Le prescrizioni si basarono sull’andamento sintomatologico: fino a che i sintomi miglioravano attendevo, quando il miglioramento si attenuava prescrivevo un tubo dose, della stessa potenza o superiore.
Il paziente migliorò velocemente ed i sintomi più intensi scomparvero nel giro di pochi giorni. Al tempo rimase ancora a lungo una lieve secrezione uretrale che scomparve dopo lunghi mesi e l’uso di un altro nosodi: Psorinum MK ed XMK, che fece anche scomparire una verruca al piede e che migliorò l’autostima del Paziente. Non ci furono ricadute.
Ho continuato a visitare il Paziente negli anni successivi, altre volte ho prescritto Medorrhinum per differenti quadri clinici, ma il Paziente non ne trovò più giovamento.

CASO N. 2
Bambino di 6 mesi. Lattante – Figlio del Paziente precedente.
Viene portato in visita per bronchite asmatiforme.
Il bambino si presenta paffuto, senza dati di rilievo. La madre lo allatta regolarmente.
Ha avuto una rilevante crosta lattea, scomparsa dopo Calcarea carbonica 30 CH. A quel tempo, riferisce il padre che prescrisse il rimedio, sudava molto, ora non più. Due mesi or sono ha effettuato i vaccini obbligatori. Circa 40 giorni or sono si è evidenziato un catarro al mattino, che scomparve dopo Calcarea carbonica 200K. Poi tornò ancora e non scomparve con la stessa prescrizione, né con Pulsatilla 30 CH. Ha anche avuto un episodio di irritabilità notturna, dolore ad un orecchio e feci verdastre e febbre, sintomi guariti da Chamomilla. Attualmente soffre cronicamente per:

Catarro e tosse; il catarro è denso, bianco-giallastro, con spasmi bronchiali.
I sintomi sono peggiori al mattino, ma presenti anche al pomeriggio. Nessuna tendenza a guarigione spontanea o con i rimedi apparentemente simili al caso.
La scarsità dei sintomi e la cronicità della patologia mi convincono a prescrivere secondo gli antecedenti familiari, in particolare paterni: Medorrhinum 200K.
Il bambino migliorò notevolmente e velocemente, ma i sintomi non scomparvero del tutto.
Prescrissi quindi, telefonicamente Medorrhinum MK a distanza di due settimane. I sintomi scomparvero per dei mesi. Ad un iniziale riapparire, tre mesi e mezzo dopo, prescrissi Medorrhinum XMK. Ci fu una completa guarigione. Successivamente, per dei lievi episodi acuti, prescrissi più volte Medorrhinum 200K, ottenendo brillanti guarigioni.
Rividi il piccolo paziente solo due anni dopo, per problemi di scarsa crescita, timidezza e riniti invernali ricorrenti, che furono curati da Barita carbonica MK.

CASO N. 3
Bambina di 7 mesi. Lattante. Figlia del Paziente precedente.
La piccola bambina si presenta allegra, tranquilla, rossa in viso. Non ha ancora ricevuto vaccinazioni. È allattata al seno materno. Viene in visita per tosse asmatiforme.
Da 10 giorni soffre di tosse che si va aggravando.
Pochi colpi secchi, a ripetizione, anche con difficoltà respiratoria e talvolta sibili. In un solo episodio ha prodotto scarso catarro bianco e filante.
Si presenta più spesso dopo le 24.
Ha già assunto Drosera rotundifolia, senza risultati, poi Chamomilla, che ha addirittura aggravato il quadro clinico. Altre caratteristiche:

Evacua 4/5 volte al giorno, feci normali.
È in atto la dentizione.
Ha il sonno molto leggero, come se sentisse tutto.
Sgambetta notevolmente, forse più della norma.

Basandomi sull’esperienza precedente prescrivo Medorrhinum 200K. Quell’unico rimedio fu sufficiente a guarire stabilmente la bambina, tanto che la rividi in studio solo dopo 5 anni; nel frattempo aveva avuto solo piccole indisposizioni, che il padre aveva facilmente guarito senza il mio aiuto.

CASO N. 4
Uomo di anni 62. Febbraio 2008.
È in terapia omeopatica da molti anni con un Collega omeopata. Ha assunto principalmente Argentum nitricum, che ha migliorato delle crisi di panico di cui soffriva. Attualmente soffre di ansia, ipertensione arteriosa, cervicalgie gravi e fastidioso meteorismo gastro colico.
Il padre morì a 49 per un K polmonare, quando egli aveva 14 anni. Ha perduto di recente un fratello per ictus, già sofferente di depressione ed alcolista.
Il Paziente si presenta estremamente agitato, affannato, sudaticcio. Rimane a sedere sulla sedia con difficoltà, parla veloce, gesticola ansiosamente. A tratti sembra quasi euforico, comunque sempre troppo eccitato. Mi comunica:

Ho di continuo alti e bassi, improvvisamente mi sento giù, fiacco, svogliato, mi gira la testa, soprattutto al mattino, appena alzato. Al collo ho un dolore continuo, come un peso, anche in testa, con un senso di sbandamento.
La notte soffro per crampi muscolari al polpaccio e coscia destri; sono costretto ad alzarmi e fare delle flessioni.
Starei sempre in giro, a camminare, sempre molto velocemente.
Faccio le cose con molta foga, con smania, poi mi stanco.
Ho sempre tanti desideri: una macchina nuova, il TV ultimo modello … e tante altre cose!

Lo faccio parlare ancora: mi da’ informazioni riguardanti il lavoro e le varie problematiche, mi dice anche che è esasperato dai continui rimproveri della moglie secondo la quale sbaglia sempre tutto. Scopro che è caloroso, che soffre molto per la lentezza digestiva e per gonfiori addominali cronici, ma anche che è estremamente vorace, mai sazio, mangia di continuo. Nonostante ciò gli elementi a disposizione non sono adeguati per una prescrizione. Così continuo ad osservarlo mentre parla ed appunto gli aggettivi che indirettamente mi suggerisce: inquietudine, smania costante, reattività eccessiva, irritabilità, suscettibilità. Stimolato, mi comunica che:

Soffre di psoriasi lieve, localizzata principalmente al gomito destro, da 3-4 anni.
Spesso ha difficoltà a deglutire, deve bere di continuo, con dolore alla gola che sembra chiusa.
Che l’attesa di qualunque cosa, anche la più banale, gli genera un’inquietudine insostenibile.

I sintomi peculiari, caratteristici ed intensi del Paziente, quelli che colpiscono di più l’attenzione mentre lo si ascolta, sono l’ansia di anticipo ed il desiderio costante ed intenso di avere delle cose, spesso inutili o poco importanti. Per cui consulto il Repertorio (2) riguardo i due keynotes rilevati:

MIND – AILMENTS FROM – anticipation
MIND – DESIRES – full of desires

Tengo conto della calorosità del Paziente, della estrema e costante inquietudine; tengo conto delle precedenti prescrizioni del collega, fra cui Rhus toxicodendron, senza effetti durevoli, ed il medicamento che ne esce è Medorrhinum, che prescrivo alla potenza MK.

FOLLOW UP
4 MESI DOPO (Giugno 2008) – Per prima la moglie, mi dice entusiasta: Dottore, tutto bene!
Parlo insieme ai due coniugi e scopro che è molto meno smanioso per tutto, anche per il cibo; ha molti meno desideri intensi, anche il tifo calcistico è migliorato, prima era un vero fanatico.
Proporzionalmente è anche meno vorace e così, senza far nulla, ha perduto ben 6 chilogrammi di peso, cosa di cui va fiero e che lo rende particolarmente felice. In effetti sembra di vedere una diversa persona. È più calmo, più magro, sorridente, a tratti perfino sereno e pacato. Non parla più con frenesia sudaticcia e gesticolando. Al punto che mi dice: Dottore, sento la calma interiore.
Esaminando con attenzione la situazione si evidenzia che da circa due settimane numerosi sintomi si stanno riaffacciando, e ciò spiega appunto la visita di controllo. Ad esempio i dolori cervicali stavano ricomparendo al punto che di sua iniziativa ha assunto Ruta graveolans. Prescrivo Medorrhinum XMK.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]5 MESI DOPO (Novembre 2008) – In questo periodo si è manifestato il ritorno un vecchio sintomo, poi scomparso spontaneamente: una linfadenite cervicale generalizzata. Era così resistente ed egli così insistente che, dopo repertorizzazione, avevo prescritto Baryta carbonica. La guarigione, per fortuna, anticipò l’assunzione del rimedio, che avrebbe potuto alterare il buon andamento del caso. Medorrhinum LMK.

5 MESI DOPO (Febbraio 2009) – Il Paziente ha mantenuto e persino migliorato il suo stato di benessere: la pressione arteriosa si è stabilizzata, il peso è perfetto, i dolori al collo rari e lievi. È realmente una persona diversa: non c’è più traccia di affanno, di voracità, di eccesso. Ascoltandolo con attenzione mostra numerose preoccupazioni, spesso eccessive. Andrà in missione per il lavoro, per la prima volta, con viaggi di uno o
due giorni; il fatto gli crea una certa ansia di anticipo. Medorrhinum CMK.

CASO N. 5
Ragazza di anni 23. Studentessa. (Ottobre 2007)
È una Paziente che sta studiando in una città notevolmente distante, invia- tami da sua sorella che vive a Roma. In sostanza l’approccio è: Vai dall’Omeopata che è l’unico che può fare qualcosa per te! È con questa disperata speranza che mi si presenta una ragazza terribilmente agitata, al punto da avere quasi difficoltà a parlare. Sembra quasi lanciarsi verso di me all’altro lato della scrivania. L’agitazione è tale che quasi mi viene l’impulso a difendermi, allontanandomi un po’ con la sedia. Cerco di farla esprimere al meglio:
Dottore, sono molto ansiosa e depressa! Fisicamente sto bene, mangio male, bevo molto, ho solo qualche mal di gola in inverno.
Sono sempre stata brava, mi sono laureata anche in anticipo, ma ora sono bloccata sulla tesi.
Ho dei pensieri continui, ossessivi: mi scuso troppo, penso sempre di sbagliare e di fare le cose male … ho paura di perdere il controllo.
Sono innamorata di un ragazzo da quattro anni, ho sempre in testa lui, ma evito ogni contatto, mi sento inadeguata. Ho paura della sessualità (arrossisce), mi chiedo se sono omosessuale. Non avrò mai una relazione con un ragazzo!
Piango e mi sento triste per la minima cosa, in particolare per 7 giorni prima dei mestrui, quando sono anche irritabile e litigiosa.
Ho molto sbalzi d’umore, dal pianto all’euforia; faccio spesso cose che non mi va di fare. Ho paura degli insetti, ma anche di formiche, dei ragni.
Fino a 2 anni fa ho usato cocaina e stimolati.
Ho difficoltà di concentrazione, mi vengono di continuo altre idee in testa, mi distraggo.

Tutti questi sintomi vengono raccontati di getto e con molta foga. La osservo, dopo essermi per l’appunto distanziato un po’, cautelativamente. Noto che suda molto al viso ed in particolare al naso, che ha tremore alla palpebra superiore sinistra. Visitandola rilevo dei vistosi tremori alla lingua. Consulto alcuni dei sintomi registrati, ma non mi indicano rimedi adeguati al caso. Il medicamento scelto deve avere in sé l’estrema fre- nesia e foga della Paziente; inoltre deve migliorare la sua capacità di con- centrazione, oltrechè la sua ansia, per permetterle di affrontare la tesi. Secondo la mia valutazione solo Medorrhinum ha la similitudine adeguata per migliorare un quadro clinico così intrecciato, che risente di certo dell’uso recente di droghe eccitanti. Lo prescrivo alla potenza MK e confido in un buon risultato, pur comprendendo la complessità del caso.

FOLLOW UP
DUE MESI DOPO – È molto evidente il suo stato di calma, che contrasta vistosamente col ricordo che avevo di lei. Mi racconta con minore foga e senza “saltare” la scrivania:
I primi giorni ho avuto molto nervosismo, mal di testa tutti i giorni, senza sosta.
Ora sto molto meglio, non faccio più fatica ad uscire, sono molto più attiva, l’umore ha meno sbalzi.
Sono riuscita ad iniziare lo studio, ricordo meglio le cose.
Non controllo più ossessivamente le persone, anche il ragazzo che mi piace.

Di certo il risultato è di molto superiore alle attese. Ora ho davanti a me una ragazza sostanzialmente normale, perfino equilibrata. Mi confessa che è tornata alla visita di controllo per rispettare l’impegno preso, ma che non ne sentiva la necessità. La metto in guardia rispetto possibili ricadute e prescrivo Medorrhinum XMK. Le chiedo di farmi avere informazioni circa il risultato, promettendole che la farò tornare solo se strettamente necessario.

UN ANNO DOPO (Novembre 2008) – Ho avuto notizie dalla sorella, che si congratulava perché ero riuscita a farla stare veramente bene, aveva persino un nuovo ragazzo. Mi telefona chiedendomi aiuto. Per problemi esterni il suo equilibrio nervoso è saltato. Mi dice che può scendere da me solo fra un mese. Prescrivo Medorrhinum MK. Non è più scesa, non ne ha avuto più bisogno.

CASO N. 6
Uomo di 47 anni. Insegnante. Maggio 2008.
È un Paziente di elevata intelligenza, molto colto. Soffre di rinite allergica, ma ora viene per una epatopatia grave, scoperta casualmente in seguito ad una frattura scomposta al gomito destro. Le transaminasi sono molto elevate (AST 400 e ALT 658) ed è presente positività al virus dell’epatite C. Nella sede della frattura è presente un vistoso ematoma. Il Paziente ha assunto Arnica montana di sua iniziativa, il risultato non è quantificabile.
Il Paziente racconta con schiettezza che, nell’ultimo periodo, ha condotto una vita estremamente dissoluta. Egli è omosessuale, ma per lo più è stato inibito nell’espressione della sua sessualità, che ha manifestato in modo sfrenato solo negli anni dell’adolescenza. Di recente quasi ogni notte cercava incontri occasionali in situazioni assai pericolose. Inoltre ha abusato di alcol in modo grave. Dice di sé:
Sono soggetto ad eccessi, quando inizio non mi tengo più! Per esempio con il fumo, in passato fumavo 40 sigarette al giorno, poi ho smesso. Ora con l’alcool, ero arrivato a bere 2 litri di vino al giorno e superalcolici. Senza parlare dei caffè … Dopo la scoperta del problema al fegato sto cercando di smettere.
Ho problemi digestivi, dopo il pranzo ho come un macigno allo stomaco, poi nausea, diarrea.

Il Paziente continua ad illustrarmi altri suoi disturbi, fra cui le facili emorragie, poi inizia a parlare con estrema eccitazione delle sua avventure, della sua improvvisa disinibizione, dopo anni ed anni di timidezza. Diventa euforico, quasi fino all’esaltazione, pur comprendendo i rischi a cui è andato incontro. Gli faccio notare che alla fine tali comportamenti portano sempre a morte, traumatica o per malattia. Se ne rende conto, ma credo che proprio il rischio lo esalti. Comunque ora è deciso ad assumere una condotta migliore, ad esempio smettendo di bere. In passato accadde qualcosa di simile con l’alcol, le transaminasi erano arrivate ai valori di 150 circa, e ci vollero sei mesi per farle rientrare nei limiti. Ora la condizione è certamente più grave.

Consulto il Repertorio (2) per i tre sintomi:

MIND – LOVE – perversity; sexual
MIND – LIBERTINISM
MIND – HOMOSEXUALITY

che mi sembrano caratteristici del caso. Ne escono indicazioni per: Hyo- sciamus, Medorrhinum, Mercurius, Origanum e Platinum.
Ciò che c’è di caratteristico nella vicenda del Paziente è l’alternarsi di fasi di inibizione ad altre di esaltazione parossistica, con periodi nei quali il Paziente è ritirato in sé ed inattivo, alternati ad altri in cui è dedito ad ogni tipo di eccesso. Questa modalità è caratteristica di Medorrhinum (3), che prescrivo alla dose 200K ogni 20 giorni per tre somministrazioni.
Disponiamo di 60 giorni di tempo per migliorare sensibilmente il quadro clinico ed evitare le terapie convenzionali, consigliate con insistenza dai Colleghi ospedalieri. Occorre quindi un risultato chiaro, importante e veloce.

FOLLOW UP
DUE MESI DOPO (Luglio 2007) – Nei due mesi successivi mi capita spesso di pensare al Paziente ed ai possibili risultati della terapia. Non ricevo alcuna telefonata ma, puntualmente, dopo 60 giorni il Paziente torna alla visita.
Mi mostra fiero gli esami ematochimici appena ritirati, che risultano semplicemente perfetti. Sono sbalordito. Si mostra molto dimagrito ed in buona forma. Mi racconta che ha smesso di bere alcool, come fece in passato, ma questa volta il risultato è stato velocissimo. Ha perduto 6 Kg di peso, è scomparsa l’ipertensione arteriosa che avevo rilevato la visita precedente, la frattura si è sistemata al meglio. Gli chiedo di illustrarmi la sua situazione:

Mi sento un po’ più grigio, ho meno picchi, sia in bene che in male, ho meno ansia, ma anche meno coraggio.
Ho la mente in continuo movimento.
A volte non mi vengono i nomi, come se mi si impastasse la lingua, come dopo aver bevuto, come se dovessi pensare prima di parlare.
Sono più attento a me, più pulito, guardo le vetrine ed acquisto indumenti nuovi; prima non avevo più alcun interesse al mio aspetto.

È realmente trasformato, senza essere ricaduto nella fase inibitoria. È con- sapevole del rischio che ha corso, nonostante ciò gli rimane una sorta di nostalgia per l’eccitazione parossistica generata da certe situazioni. Prescrivo ancora Medorrhinum alla potenza MK, due dosi uniche a distanza di 40 giorni.

4 MESI DOPO (Novembre 2008) – Il Paziente è in ottima forma. Mi comunica:

Ho recuperato la lucidità mentale. Non c’è quasi più ansia.
Continuano ad affollarsi nella mente i pensieri, che mi disturbano lo studio; su ciò che devo fare, sulle cose normali di tutti i giorni, ma senza ansia né paure. Non sento l’agitazione interna.
Ho avuto 2-3 giorni intensamente depressivi, di recente. Non sopportavo più nessuno, non volevo vedere più nessuno. In genere non dipende da cose esterne, dura poco, prima molto di più. Concomitano con vento caldo ed umido.
Faccio sogni realistici, di vita quotidiana. A volte sogno qualcuno che vuole strozzarmi, o che mi sovrastano.
Sto dormendo tanto.
(Nota: dalle 23 alle 7; sta dormendo regolarmente!). Sento di più il mio corpo, mi guardo, lo scruto. Pratico Pilates, con molti benefici. Sto anche mangiando molto spesso, devo mangiare; sembra che diminuisce la glicemia ed aumenta la rabbia! Se mangio passa.

Gli esami ematochimici si mantengono nei limiti. Chiedo di includere nei prossimi l’HCV. Il Paziente ha perduto altri 3 Kg. Medorrhinum XMK.

3 MESI DOPO (Febbraio 2009) – L’aspetto è sempre ottimo. Mi comunica:

Ho avuto molti inconvenienti in casa, ho dovuto affrontare molti diverbi, che è la cosa peggiore che mi possa capitare! (Nota: si riferisce a contese fra persone, che però questa volta ha affrontato con successo.)
Ho fatto spese folli!
(Nota: in realtà ha deciso semplicemente di rimettere a posto la casa, lasciata a se stessa da molto tempo. Ha scelto materiali di pregio e di suo gusto. Cosa molto inusuale per il Paziente.)
Ho avuto una stomatite ed una nevralgia al viso a sinistra, che ho lasciato passare. Ho notato che nel mio lavoro sono più esigente, senza ansia.
Ho anche notato che, contrariamente agli altri anni, non ho avuto i sintomi della rinite allergica.

Trovo che è decisamente meno timido nell’affrontare le cose, più sicuro di sé e deciso a far rispettare la sua volontà. Sta recuperando del peso, che in effetti stava scendendo troppo. Medorrhinum XMK.
A commento del caso clinico è possibile affermare che la terapia ha modificato in modo positivo la condizione organica del Paziente, ma anche l’atteggiamento dello stesso verso sé e il mondo circostante. Questo cambiamento sembra avvenire ad insaputa del Paziente stesso, che ne rimane sorpreso e quasi preoccupato.
Ringrazio il Paziente per avermi concesso il permesso di pubblicare il caso clinico.

CONCLUSIONI

La prescrizione del nosode Medorrhinum, quando corrispondente alla sintomatologia del Paziente, può risolvere quadri clinici estremamente complessi e difficili, spesso in breve tempo. Sotto la sua azione terapeutica il quadro clinico del Paziente tende a modificarsi radicalmente, sia nella sintomatologia organica che nelle attitudini patologiche che lo caratterizzavano. Probabilmente questo è il motivo per cui, nel prosieguo della terapia, Medorrhinum spesso non risulta più essere il medicamento adeguato.
I sintomi caratteristici di Medorrhinum, quali: ansia, panico, fretta fino al parossismo, problematiche sessuali, ne fanno un medicamento frequentemente utile per quadri clinici attuali.

Bibliografia

J.T. Kent – Repertory of the homeopathic Materia Medica – B. Jain Pub., New Delhi, 1987.
F. Schrojens – Synthesis 8.1 – ARCHIBEL, Assesse (Belgio), 2002.
F. Schrojens – Synthesis 8.1 – Keynotes, Medorrhinum – ARCHIBEL, Assesse (Belgio), 2002

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